Gradevole alla vista, per le sue forme, ma soprattutto per le sue colorazioni che tradiscono il paese d origine della Orbea, ovvero i Paesi Baschi. Gradevole anche alla guida, visto che la nuova Terra è a tutti gli effetti una “all-terrain”, ovvero una bici adatta sia all’asfalto che allo sterrato – e magari anche a qualcosa in più di una semplice strada bianca.
E proprio perché deve essere adatta anche ad un – seppur leggero – fuori pista, il peso del telaio pari a 1.190 grammi non è niente male, visto che in questo modo garantisce quella robustezza necessaria nel solcare strade piene di sassi, ciottoli, radici e quant’altro. Un compromesso tra leggerezza e robustezza che Orbea garantisce a vita, segno di una marcata sicurezza verso le proprie realizzazioni.
Come detto, una all-terrain che si denota dai gommoni da 28mm, una cassetta 11-32 ed una guarnitura 48/32; ma anche dagli attacchi per parafanghi e portapacchi, segno che questa Orbea Terra può rivelarsi la compagna ideale anche per il cicloturismo, oltre al pendolarismo quotidiano.
Ma su asfalto, come si comporta? Non male, apparte il ronzio dei copertoni Schwalbe G-Ones. Il peso complessivo (di poco superiore ai 9kg) non si fa sentire troppo; certo, non è una scattista nata, in salita non si può pretendere di volare via, però non è un mattone e, cosa non da poco, permette di affrontare strade che altre bici neanche si sognano. Il ciclocross? Non direi proprio, o almeno non quello spinto. E’ una all-terrain, valida su più superfici, ma non certo ottima né in quella, né nell’altra situazione.
Il telaio della Terra è realizzato in carbonio e segue lo schema che in Orbea hanno definito “Dynamic Structure”, ovvero una costruzione particolare che permette una maggior flessibilità di parti come il tubo sella, il tubo orizzontale e la forcella, in modo da smorzare le vibrazioni provenienti da asfalto o strade accidentate. Un concetto che funziona, e che si apprezza anche semplicemente sull’asfalto ruvido delle strade di tutti i giorni.
C’è un però: per i 3.000€ e poco più che costa la variante da me provata – la Terra M20-D – mi sarei aspettato un gruppo completo Shimano Ultegra. Il problema è che Shimano non ha in catalogo una guarnitura 48/32, ed ecco perché alla Orbea hanno “ripiegato” sulla più modesta FSA Gossamer; che va benissimo, non mi si fraintenda. Ma non vale certo quel prezzo. Così come non lo valgono sia manubrio, reggisella e, soprattutto, le ruote Mavic Aksium; in versione per freni a disco, è vero, ma sempre e comunque le ruote entry-level della marca francese. Affidabili, robuste, che vi porteranno ovunque; ma non il massimo in scorrevolezza e leggerezza.
Detto questo, la Orbea Terra è quello che sembra: una fedele compagna di tutti i giorni. Che vi accompagnerà ovunque, in qualsiasi situazione. E che potete anche personalizzare a vostro piacimento grazie al programma MyO, direttamente dal sito della casa spagnola. Pardon, basca.
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